mercoledì, dicembre 13, 2006

Charleston a filo.. versione finale


Finalmente son riuscito a completare il charleston a filo, sostituendo il pedale leggero con uno più rigido.
Mi sin procurato su ebay un vecchissimo pedale Tama Imperalstar per la modica cifra di 5 euro e l'ho adattato allo scopo.
Questo tipo di pedale ha la caratteristica utilissima di poter ruotare il braccio che sostiene la molla: fattore, questo, molto importante per i miei scopi, in quanto permette di mantenere il cavo di collegamento in verticale e limita l'ingombro laterale rispetto agli altri pedali del set.
Per il collegamento è stato sufficiente rimuovere la molla di richiamo (ed ovviamente il battente) ed incastrare la guaina del filo dei freni nel foro del tendimolla.
Il cavo dei freni è poi stato fissato alla camma del pedale mediante un semplice capocorda per cavi elettrici (alla fine gli sforzi meccanici non son poi tanto elevati da richiedere un fissaggio più saldo)
Detto fatto.. il pedale è andato al suo posto e svolge la sua funzione + che bene. L'escursione massima è di circa 5 cm.. più che sufficienti per i miei gusti.. eheh


Stay tuned!

giovedì, novembre 16, 2006

Viva il Vintage..tarocco!

Cosa regalare alla cantante più brava che conosci, senza scadere nelle banalità?

Beh.. l'impresa non è da poco, visto che il mestiere del cantante prevede tutta una serie di attrezzature di non facile autocostruzione, soprattutto con "pezzi di recupero".

In effetti non sapevo proprio che pesci pigliare quando, girando per grossisti di cineserie, mi sono imbattuto in un simpatico portaoggetti, in stile molto vintage-folk.. (almeno.. secondo me..)
Detto fatto me lo son portato a casa..
L'idea partorita era di ricavarne un portamicrofono in stile per le serate live della mia amica Roberta .

Così ho preso il simpatico contenitore e vi ho semplicemente aggiunto all'interno una struttura in cui infilare 2 microfoni, lasciando lo spazio per i cavi.

Fatto questo poi ho rivestito l'interno con del sughero, che fa molto whiskey... ;)





Il risultato finale è questo...



Rapido e semplice.. per la serie, "basta il pensiero".

Auguri Roberta!

domenica, ottobre 22, 2006

L'unione fa la forza.. o lo sforzo..


Cosa c'è di meglio che passare un sabato in allegra compagnia del buon empirico a creare un aggeggio che unisce la zanzara del marsciall allo stupendo fruscìo del viamp?
Molte cose direte voi..
Tuttavia se siamo qui è perchè effettivamente di alternative non ne avevamo molte, così ci siamo messi all'opera..

Il materiale che avevamo a disposizione era un vecchio combo marshall valvestate 8040, un v-amp pro rack e del legname.

L'idea di fondo era di creare un nuovo combo che contenesse sia la testata marshall, sia il v-amp, sia la pedaliera midi.

Abbiamo scelto una linea stilistica abbastanza classica, stile vox, con il vamp nella parte superiore, ed il marshall nel retro. la pedaliera si infila nello spazio tra la testata ed il cono, attaccandosi al magnete, in modo da non muoversi.
Abbiamo iniziato con l'assemblaggio del cabinet, realizzato con mdf da 16mm, incollato con colla vinilica a presa rapidissima.
Mentre la colla ascigava, abbiamo preparato la testata, tagliando la lamiera originale in modo da mantenere solo la parte frontale, ed abbiamo eseguito i cablaggi elettrici, con la derivazione per alimentare anche il v-amp.
A colla secca abbiamo montato tutti i componenti per eseguire un test di funzionamento, prima di procedere con la ricopertura del legno.
Soddisfatti del collaudo, abbiamo smontato tutto e iniziato la vera parte complicata dell'opera.. la ricopertura.
A tale scopo abbiamo utilizzato carta adesiva finta pelle di serpente, che presentava 2 piccoli difetti: non era molto adesiva, costringendoci ad un copioso uso di punti metallici per fissarne i bordi ed era poca, infatti non è bastata per ricoprire tutto (ma ormai il castorama era chiuso.. eheh).
A copertura ultimata, abbiamo montato la tela parapolvere anteriore e la maniglia superiore.
Poi abbiamo rimontato testata e v-amp, ci siamo stretti la mano ed abbiamo decretato la fine del lavoro!

Qui troverete una galleria di immagini dedicata alla costruzione dell'oggettino...

Stay tuned!

domenica, ottobre 15, 2006

Un'idea illuminante


Terminato il Tamarramp, mi son reso conto che mi rimaneva in mano un bell'altoparlante da 15 pollici rotto.. Mi dispiaceva buttarlo via, perchè esteticamente era in ottimo stato ed era anche molto originale..
Allora ho pensato di farlo diventare una lampadario per la mia camera da letto, in sostituzione di quello precedente, realizzato con un fusto di birra (ma questa è un'altra storia..)
Mi son procurato un portalampade, una lampada a basso consumo, con il neon a spirale (tanto per aggiungere un altro tocco di originalità) e mi son messo all'opera.
Opera.. un quarto d'ira di lavoro... semplicemente ho realizzato un foro nella calotta di alluminio del cono nel quale ho fissato il portalampada; ho collegato i cavi elettrici ed appeso l'oggetto.

Per la serie.. non si butta via niente.. ehehe

venerdì, ottobre 13, 2006

Il Tamarramp

L'idea nasce dalla volontà di fare un regalo ad una cara amica, alla quale serviva un amplificatore per basso.
Purtroppo il risultato finale si è rivelato decisamente sovradimensionato per uso domestico, così abbiamo optato per un'altra soluzione..

Quello che volevo ottenere era un amplificatore ben suonante e che coprisse la maggior banda audio possibile, per adattarsi alle varie esigenze musicali.
Questo proposito mi ha portato ad escludere a priori l'idea del combo, perchè poco versatile, quindi ho impostato il progetto su una configurazione testa+cabinet.
Come tutti gli altri progetti fin qui sviluppati, i materiali usati non sono stati scelti ad hoc, ma reperiti da fonti economicamente convenienti (grazie Ebay!!)
Altra condizione che mi ero prefissato era di fare qualcosa che non fosse il classico ampli copia di un ampeg o
simili, ma che fosse il più personale possibile.
Casualmente su ebay mi sono imbattuto in una ditta tedesca che commercializza altoparlanti da macchina con membrane semisferiche in alluminio rosso metallizzato.. la cosa più tamarra dell'universo! Dovevano essere miei!
Detto fatto.. ho acquistato i simpatici conetti ed ho iniziato la costruzione.
Ho scelto la configurazione a due cabinet, il primo con un driver da 15" in bass-reflex ed il secondo con due 10" ed un tweeter.
Ho costruito i cabinet con truciolato da 22mm, rivestendo le pareti interne con del piramidale per limitare le stazionarie interne.
Per il rivestimento esterno ho utilizzato la carta adesiva muccata che già avevo usato per la spia.
Montato tutto è iniziato il collaudo, decisamente soddisfacente per il cabinet superiore, meno per il 15", troppo subwoofer da macchina per esprimere al meglio le sonorità di un basso. "FORTUNA" volle che, avendo lasciato l'ampli nella sala prove dell'associazione culturale con la quale collaboravo, qualche simpatico buontempone si sia divertito a rompere proprio quell'altoparlante, così la voglia di cambiarlo è diventata necessità..
Sempre su ebay ho trovato un driver Peavey da 15".. decisamente un altro pianeta.. eheh.
Terminati i cabinet son passato alla realizzazione della testata..
L'idea per questa era un preamplificatore valvolare ed un finale a mosfet, in linea con le produzioni commerciali.
Stavo iniziando la produzione, quando su ebay mi è capitato per le mani un pro Rocktron digitale a bassissimo prezzo.. molto meno di quanto non avrei speso per realizzare il mio progetto.. così mi son convinto ed ho preso quello. Ho quindi realizzato un finale a mosfet da circa 400W, e chiuso il tutto in un case di legno,
ovviamente muccato.
Il risultato finale è visibile in foto:

Successivamente ho apportato qualche migliria, come le ruote, maniglie standard per flight case e la regolazione per il tweeter, in modo da tarare meglio la resa sonora dell'aggeggio..

Attualmente sto rivedendo la testata.. ho modificato il finale e sto realizzando i "tappi" frontale e posteriore nei quali implementare i cavi e la pedaliera midi per il pre digitale.


Alla prossima!

domenica, ottobre 08, 2006

Miglioriamo l'acustica

Nelle fasi di allestimento del mio box insonorizzato per la batteria, mi sono imbattuto nel problema di come isolare la porta di ingresso che, essendo un modello economico, non fornisce un isolamento sufficiente.
L'idea allora è di creare una seconda porta o comunque un'ulteriore barriera per bloccare il più possibile le onde sonore.

Ovviamente usando materiali di recupero.. chi ha i soldi per usare materiali professionali!?!

Dunque.. Per lo scopo ho utilizzato semplicemente dei tappeti (mamma Ikea me ne ha forniti due uguali per la modica cifra di 30 euri..), del polistirolo e qualche travetto di legno..



La costruzione è stata molto semplice: per prima cosa ho fatto un telaio con i travetti di legno.










Per aumentare l'efficacia della barriera ho riempito lo spazio interno con del polistirolo.. non che faccia molto, però aiuta.


Fatto questo ho semplicemente inchiudato il tappeto al telaio con chiodi da tappezziere a testa larga, dello stesso colore del tappeto, tanto per migliorare l'estetica dell'oggetto.





Il risultato finale è un pannello che posso collocare a seconda delle esigenze per bloccare le onde sonore "direzionali".
Infatti questo tipo di pannelli agisce sulla gamma medio-alta dello spettro acustico (per quanto riguarda la batteria, rullante e piatti per intenderci) e devo dire che per i 25 euro spesi per realizzarlo, svolge il suo compito più che egregiamente.

mercoledì, ottobre 04, 2006

Progetto 3 - Galleria di immagini

Al blog mancava una galleria di immagini così, da buon programmatore "old-style" me ne son fregato di tutti i pacchetti preconfezionati e me ne son programmata una a modo mio..

Dunque.. per gestire una galleria di immagini le funzioni da gestire sono fondamentalmente 3.. immissione, visualizzazione e cancellazione delle immagini.

Ovviamente serve anche uno spazio web su cui caricare i files.

Come qualsiasi progetto che riguardi internet, il punto di partenza è il layout della pagina web finale che conterrà la galleria. Nel mio caso ho scelto di creare una tabella di 36 celle, in cui le 16 celle interne, unite, conterranno l'immagine ingrandita, mentre le restanti 20 le varie miniature.

Questa scelta condiziona la dimensione delle immagini memorizzate e delle relative mininature, rispettivamente a 640x480 punti le prime e 160x120 le seconde.

Quindi la cosa migliore da fare è salvare sul server le immagini direttamente con queste dimensioni.

Andiamo per gradi:

La funzione di immissione è gestita da un semplice form con cui si identifica l'immagine da caricare e si scrive un testo che costituirà la didascalìa della foto.
Il form passa poi i dati ad una pagina php che si occupa del salvataggio dei dati sul server.
Il salvataggio avviene in tre fasi:

prima fase: si salva l'immagine con dimensioni di 640x480 punti che sarà l'immagine ingrandita.
nel caso di foto verticali si tiene l'altezza di 480 punti e si ridimensiona la larghezza
seconda fase: si salva la miniatura nel formato 160x120 punti.

terza fase: si salva un file di testo che conterrà la didascalìa della foto.

Ai files viene preposto un numero progressivo, che serve per ordinare cronologicamente i files in base all'ordine di immissione.


Il cuore della galleria è la pagina di visualizzazione, che svolge numerose funzioni:

Potendo visualizzare solo 20 immagini per pagina, deve determinare in quale pagina si sia, visualizzare le relative immagini e gestire il cambio pagina.

Deve creare dinamicamente la tabella contenente le miniature, creando per ogni cella i link relativi alla miniatura, alla didascalìa e i comandi per visualizzare l'immagine ingrandita.

Deve provvederea creare le celle vuote della tabella, nel caso non ci fossero abbastanza immagini per riempirla.

Tutte queste funzioni vengono gestite abbastanza agilmente tramite php, tranne che per la funzione di visualizzazione dell'immagine ingrandita, gestita tramite un javascript.

Per quanto riguarda invece la fase di cancellazione, l'unica attenzione de porre è nella ricreazione dell'indice numerico per eliminare eventuali buchi e numeri doppi nelle aggiunte successive.
semplicemente, dopo aver eliminato i files ed averne ricavato il numero d'indice, si rinominano i files successivi, scalandone l'indice relativo di un'unità.

Il risultato finale è la galleria a cui si può accedere nella sezione Link!


martedì, ottobre 03, 2006

Secondo progetto.. il charleston a filo.

Idea pazza nata un pò per esigenza, un pò per sfida alle "marche famose"..
Constatando il pessimo stato funzionale della mia asta per charleston, un giorno mi son recato in un negozio di musica per valutare l'aquisto di una meccanica nuova.. ovviamente son tornato a casa a mani vuote, visto il prezzo medio di uno di questi prodotti.
Però son rimasto colpito da un modello che veniva comandato tramite un cavo, permettendo di spostare agevolmente i piatti all'interno del set.

Detto fatto, mi son chiesto se non fosse possibile costruire un aggeggio che potesse più o meno svolgere la funzione e che soprattutto non costasse 200 euri..eheh!

Un rapido giro all'onnipotente castorama, una puntatina nel negozio di elettronica di fiducia e una capatina al decathlon mi hanno permesso di rifornirmi di tutto il materiale necessario, per la modica cifra di circa 30 euro in totale.

Il materiale necessario alla creazione del charleston a filo è:

una scatola in alluminio da elettronica
un blocchetto reggi tom
un cavo dei freni da bicicletta
tubo di alluminio da 8 mm
angolari di alluminio
piattine di alluminio
viti, rondelle, rivetti..
pazienza!


allora.. vediamo di spiegare in linea di massima come ho costruito l'aggeggio..


il primcipio di base è di creare un binario su cui fare scorrere l'albero che reggerà il piatto superiore.
per fare questo, ho forato la scatola di alluminio ed ho tagliato i tubetti di alluminio in modo da creare i due binari.
ho poi preso il profilo a c di alluminio e l'ho tagliato per farlo scorrere nei binari.
Ho poi messo 2 molle a sostenere il profilo di alluminio, in modo da tenere aperto il piatto se non si preme il pedale.
al profilo di alluminio, poi, ho collegato l'albero reggi piatto, che ho filettato in modo da poterlo fissare con due dadi al profilo e poi poterci avvitare un dado forato che bloccherà il filo dei freni.





A questo punto è necessario predisporre il supporto per il piatto inferiore.
Per svolgere questa funzione ho creato una pila di rondelle di alluminio, fissate tramite 3 viti alla scatola metallica, sulla quale ho poi incollato un supporto gommato per il piatto.

Molto di design!












Montato tutto l'aggeggio ho collegato il cavo dei freni e son passato alla realizzazione del pedale.. che in effetti è ancora in fase di realizzazione, in quanto ho voluto usare gli scarti del materiale per "non buttar via nulla".

Funziona, ma avendo usato alluminio molto sottile risulta molto elastico, quindi non perfettamente uguale ad un equivalente charleston normale.

sto valutando l'idea di adattare un pedale da grancassa allo scopo, anche se perderei la possibilità di realizzare un nuovo esemplare con materiali di reperibilità comune.

Mi rendo conto che le immagini che ho usato non son granchè e son sicuramente insufficienti ad illustrare la complessità del lavoro di realizzazione.. vedrò di scattare foto migliori..






Il charleston comunque adesso è inserito all'interno del mio set.. lo tengo sulla destra, con il pedale a sinistra, a fianco di quello normale.
Il passo successivo sarà realizzarne un altro modello da collocare al posto di quello sinistro.. e perchè no?.. magari anche il doppio pedale a filo..eheh

Stay tuned!

Primo progetto: Un tamburo "musicale"

Dilettandomi a suonare la batteria, un giorno ho tentato l'acquisto su ebay di un tamburo da 14 pollici, per completare il mio set.. Purtroppo il simpatico venditore mi ha spedito un tamburo da 12, perchè, neofita in materia, aveva sbagliato le dimensioni..
Non potendomelo sostituire ed avendolo pagato un'inezia, ho deciso di tenerlo per tentare qualche esperimento.
Mi è venuta in mente l'idea di creare una spia da batterista da poter "mimetizzare" all'interno del set, ovviamente a condizione che le prestazioni acustiche siano adeguate allo scopo.

Tenterò di illustrarvi i procedimenti che ho seguito per realizzarla.

Il materiale che avevo a disposizione per il progetto era:

1 Tom da 12 pollici (di marca indefinita.. eheh).
1 Woofer da 10 Pollici anch'esso di dubbia provenienza.
1 Pelle sabbiata.
1 Pelle mesh.
Truciolare da 22 mm.
Piramidale fonoassorbente.

Inoltre, essendo il tom in origine di un colore che non mi piaceva, ho deciso di modificarne l'aspetto esteriore utilizzando una carta plastificata autoadesiva.

Le fasi della creazione sono state le seguenti:

Partendo dal tom originale (la foto è indicativa, mi son scordato
di fotografare il tom all'inizio della lavorazione...):









Ho smontato il fusto ed applicato la carta adesiva, ottenendo questo risultato:










A questo punto ho realizzato un anello in trucialare al quale fissare
l'altoparlante, che ho poi dipinto di nero per richiamare le macchie
della carta adesiva:


Ho anche provveduto a forare il fusto per collegare la presa xlr per il collegamento elettrico al finale di potenza.



Aquesto punto ho collegato il woofer ed ho applicato la pelle mesh
che oltre a riparare l'altoparlante ed essere acusticamente trasparente, mi permette di riavvitare il cerchio, riottenendo l'estetica completa del tamburo:








Fatto questo, ho ricavato un supporto per il tamburo da un'asta per piatti rotta e da una vecchia gamba per seggiolino.

Il tamburo è pronto all'uso!


Note di funzionamento..
Non ho ancora avuto modo di testarlo a fondo.. casino fa casino e la cosa interessante è che da bravo tamburo è accordabile, nel senso che a seconda del tipo di pelle risonante che si monta, si può restringere o ampliare la banda passante del diffusore..
Attualmente monto una pelle sabbiata pesante alla quale ho incollato internamente del piramidale per limitare le risonanze e diminuire l'escursione del cono.. ho provato anche senza pelle e in quel caso si ottiene una banda passante notevole, con un'estensione in basso enorme.. certo si sforza notevolmente il cono, che essendo un oggetto acquistato in lotto da 30 euro/4 coni.. non credo possa garantire il massimo dell'affidabilità..
Ho in previsione l'ipotesi di equipaggiare la spia con un proprio amplificatore interno da un centinaio di Watt, per massimizzare la trasportabilità dell'oggetto..

Che ne pensate?

Ciao a tutti

Bene.. l'idea di fondo di questo blog è condividere con gli altri alcune mie idee, progetti o semplici intuizioni, in modo da poter creare delle collaborazioni per poter sviluppare sempre cose nuove e più articolate