mercoledì, aprile 04, 2007

un nuovo microfono...


Rovistando tra le mie cianfrusaglie, ho trovato una vecchia capsula di un microfono a collo d'oca..
questo tipo di microfoni sono creati per la ripresa vocale, quindi non brillano particolarmente agli estremi della banda audio..
ho pensato quindi di provare ad utilizzarla per la costruzione di un microfono per la ripresa di un rullantino da 10 pollici che ho costruito nel weekend, che dovrebbe più o meno suonare nella gamma di frequenze "preferita" dalla capsula..

questo tipo di capsula di solito è omnidirezionale, quindi per restringere il campo di ripresa, ho tagliato in misura un pezzo di guaina isolante in gomma per idraulica..




A questo punto ho dovuto creare il corpo del microfono..
Il corpo doveva essere piccolo, per poter essere facilmente inseribile nel kit senza dar fastidio alle bacchette o agli altri pezzi..


Ho pensato di usare due connettori xlr.. uno come corpo del microfono, l'altro per la connessione elettrica al cavo verso il mixer..






Con il nastro isolante nero ho fissato la ghiera a cui si avvitava la capsula al primo connettore xlr, poi ho saldato uno spezzone di cavo microfonico all'altro connettore xlr e al connettore proprio della capsula..





...completando così il corpo del microfono.





Per finire ho costruito un reggimicrofono usando un morsetto in plastica ed un portamicrofono standard.. ho infilato il cilindro di gomma ed il microfono era finito!!


Nonostante la rudimentalità dell'oggetto, devo dire che per la ripresa del rullante si comporta più che dignitosamente, soprattutto per non essermi costato nulla!

Alla prossima!

p.s. riuscirò un giorno a fare una foto non sfuocata?

domenica, marzo 04, 2007

..e fu Potamin..

Bene.. dopo aver tentato di spiegare in teoria quale sia il funzionamento di quello strumento musicale noto con il nome di Theremin, passo alla sua realizzazione pratica..
Per prima cosa ho disegnato il circuito tramite il cad elettronico, ed ho creato la piastra madre.

Ho provveduto poi a creare mediante fotoincisione la scheda su cui montare i componenti elettronici..
A tale scopo ho stampato il circuito su un foglio di carta trasparente, che ho collocato sulla faccia fotosensibile di una basetta per elettronica. Illuminando con una lampada ad ultravioletti la piastra, il materiale fotosensibile è stato rimosso dalla superficie dove non era presente l'inchiostro della stampa.
Fatto ciò ho immerso la basetta in percloruro ferrico, che ha provveduto a corrodere il rame in tutte le zone nelle quali non c'era più pellicola fotosensibile.
L'aspetto finale della piastra è questo:

Ho poi forato tutte le piazzole per i componenti ed ho proceduto all'assemblaggio della scheda..




A montaggio ultimato il circuito si presenta così:







A questo punto ho montato il circuito nel mobile che ho scelto per il prototipo ed ho provveduto alla taratura degli oscillatori per centrarne lefrequenze di lavoro una volta collocate le due antenne esterne:




Terminata la taratura ho chiuso la scatola ed ho iniziato i test.


Il circuito funziona.. ho ancora qualche problema con la gestione dell'antenna del volume, che è poco sensibile e devo migliorare l'escursione in frequenza del pitch.. però tutto sommato posso ritenermi soddisfatto...

Una modifica ulteriore che ho fatto rispetto al progetto iniziale è stata l'inserimento di un interruttore di "Mute", in modo da zittire totalmente il Potamin senza dover per forza spegnerlo..

A breve posterò dei samples realizzati con il simpatico strumento.. è difficilissimo da suonare (almeno per me.. ehehe)

Stay tuned

martedì, febbraio 20, 2007

Quando la monotonìa regna sovrana

L'altro giorno facendo un giro nel mio negozio di strumenti di fiducia, ho notato uno scatolone di "spazzatura batteristica".. pezzi vari.. meccaniche.. aste.. pedali rotti..
Così mi sono portato a casa un pò di materiale vario ed ho cercato un modo per dare una nuova vita ai rottami..
Il primo risultato è stata una nuova versione del charleston a filo..
Le differenze rispetto alla prima versione sono molteplici..
Innanzitutto le dimensioni sono molto più compatte, rendendo l'oggettino molto più facilmente collocabile all'interno del kit..
Seconda cosa, utilizzo una sola molla, collocata come in un charleston normale, rendendo la risposta molto più "naturale"..
Il pedale, in questa versione è più facilmente regolabile in altezza, in modo da poter gestire meglio l'inclinazione della pedana.
Poi è costato una decina di euro in tutto.. (meglio ancora.. eheeh)


Unica nota dolente.. Nel realizzare questa versione mi son lasciato prendere la mano ed ho comprato il cavo dei freni modello superlusso.. mi son detto.."ma si.. facciamo le cose per bene.."... beh.. morale della favola.. la guaina era troppo stretta ed il cavo non scorreva bene.. così il pedale non tornava su..
Sostituito il cavo con il modello discount, tutto è tornato a funzionare perfettamente..

Morale... Non è tutto oro quel che luccica.. eheh

stay tuned.

giovedì, febbraio 08, 2007

Non si butta via nulla


Quante lacrime quando ti accorgi che il tuo bel piattino presenta una simpaticissima crepa e non suona più..
L'unica possibilità è buttarlo.. aprire il portafoglio e sostituirlo con uno nuovo...


Però si può anche provare a pasticciarci sopra, per ricavare qualcosa che abbia un suono nuovo da aggiungere al kit..




Così, una volta identificata l'area danneggiata, mi son messo a pensare a come modificare il piatto.







Ho pensato alla soluzione più semplice, ovvero un taglio circolare che rimuovesse la parte danneggiata, ovviamente ripetuto più volte per ottenere una forma simmetrica.





Con l'ausilio della fresa da modellismo, mi son messo all'opera ed ho tagliato il piatto tentando di seguire le linee blu.. non sono stato precisissimo, ma alla fine mi interessava capire più che altro in che modo si sarebbe modificato il suono prima di procedere con le finiture.





Una volta smussati gli angoli e tolte le sbavature con la mola, il piatto si presenta così...

Molto banale, in effetti.. però magari in futuro ci apporterò altre modifiche..






Collocato nel kit ho provato il suono.. è molto morbido.. comodo per fare i crescendo orchestrali anche senza mallets..

(il suono in effetti fa un pò schifo.. ma il piatto in partenza non è che fosse poi 'sto granchè... eheh)...

Alla prossima..

P.s. quello sopra è il bottom di un hh paiste 302 che ho rivettato.. fa un suono interessante per tenere le ritmiche al posto del crash standard..

Stay tuned!

domenica, febbraio 04, 2007

Un pò di teoria..

In questi giorni mi è stato chiesto come funziona il Theremin, quello strano strumento che si compone di due antenne collegate ad una scatola e che produce suoni assimilabili a "voci angeliche"..
Un famoso esempio di utilizzo di questo strumento è la sigla di Star Trek (prima serie).

Dunque.. come funziona un Theremin?

Il principio fisico su cui si basa il funzionamento delle strumento è il fatto che il corpo umano presenta una propria impedenza, quindi è in grado di comportarsi come un conduttore elettrico, interagendo con circuiti elettrici con i quali entra in contatto.
Più in particolare, per quanto riguarda il theremin nello specifico, se prendiamo un'antenna, cioè un conduttore collegato ad un circuito elettrico tramite un solo terminale e ci avviciniamo ad essa con la mano, creeremo un condensatore variabile, che presenta come prima armatura l'antenna stessa, come seconda la nostra mano (in realtà tutto il nostro corpo) e come dielettrico l'aria.
Elettricamente ciò è possibile in quanto sia il circuito elettrico a cui fa capo l'antenna, sia il nostro corpo sono collegati tramite la terra quindi, seppur le grandezze elettriche in gioco siano molto piccole, vi è comunque passaggio di cariche.
Variando la distanza tra la mano e l'antenna, varierà la capacità di questo "condensatore virtuale" che abbbiamo appena creato. Se tale condensatore è collegato ad un oscillatore, variando la capacità, varierà anche la frequenza di oscillazione di quest'ultimo.

Detto ciò, passiamo ad analizzare in che modo il Theremin produce il suono in uscita e come sia possibile far interagire questo suono con il musicista...
Lo strumento permette di gestire due proprietà della nota prodotta: la frequenza (pitch) e l'ampiezza (volume).
Per gestire il pitch il theremin sfrutta un principio noto come Battimento. Miscelando due segnali a due frequenze distinte, si otterranno altri due segnali, caratterizzati dall'avere il primo frequenza pari alla somma delle due frequenze sorgenti, ed il secondo frequenza pari alla differenza.
Ci interessa solo il secondo segnale prodotto, con un accorgimento: se generiamo un segnale ad una frequenza fissa e poi ne creiamo un secondo con frequenza variabile, che si discosti dalla prima tra i 20Hz e i 20 kHz, possiamo ottenere in uscita un segnale che cadrà nello spettro udibile dal nostro orecchio.
Detto questo.. come si fa a far interagire il secondo segnale con il musicista?
A tale scopo creiamo due oscillatori centrati sulla medesima frequenza. Miscelando i segnali prodotti da tali oscillatori otterremo un segnale a frequenza nulla in condizione di riposo.
Collegando al condensatore di sintonia del secondo oscillatore un'antenna, ne possiamo far variare la frequenza di oscillazione (come descritto precedentemente). Tarando opportunamente l'oscillatore, possiamo fare in modo che lo slittamento in frequenza rimanga nel range 20 Hz - 20 kHz, ottenendo dopo la miscelazione un segnale di bassa frequenza.

Passiamo ora alla gestione del volume...

Si tratta sempre di creare l'oscillatore collegato all'antenna che quindi genererà un segnale variabile in frequenza come per il pitch.

Cambia però l'uso che si fa di questo segnale.
In questo caso, si utilizza un circuito detto convertitore frequenza-tensione, che permette di creare una tensione proporzionale alla frequenza del segnale in ingresso.
Tale tensione servirà a modulare l'ampiezza del segnale ricavato dalla prima antenna tramite un circuito chiamato VCA (voltage controlled amplifier).
Sarà poi necessario tarare l'oscillatore in modo che quando la mano sia vicina all'antenna il volume in uscita risulti nullo, e che questo aumenti man mano che ci si allontani dall'antenna.

Tutto qui..
Personalmente ne sto realizzando una versione pratica.. seguirà un articolo in cui spiegherò come realizzarlo.

Alla prossima!

sabato, febbraio 03, 2007

Muccamic

Dopo la fase di muccatura, il microfono-tamburo ora si presenta cosi:


La prima soluzione che ho trovato per reggere il microfono all'altezza giusta è stata usare un semplice reggimicrofono da tavolo a tre piedi.. in effetti è alquanto pesante, quindi difficilmente agganciabile ad una comune asta a giraffa..

L'idea alternativa sarebbe di copiare il sistema yamaha ed usare un reggirullante, in modo da poter regolare finemente la posizione e l'eventuale inclinazione.. ma al momento è una soluzione un pò troppo costosa..









Nella parte posteriore ho praticato tre fori di sfiato, utili per facilitare l'escursione del cono ed evitare troppe stazionarie che modificherebbero totalmente la risposta in frequenza...
L'altra possibilità sarebbe chiudere tutti i fori e riempire la scatola con lana di roccia.. e non è detto che non lo farò.. dipende da come evolveranno i test di registrazione...











L'aggiunta del cerchio e della pelle mesh terminano la finitura estetica.. valuterò poi se mettere il cerchio anche nella parte posteriore..

Nota.. togliento l'altoparlante, il muccamic può benissimo diventare un pad per batteria elettronica.. chissà.. magari un giorno mi costruirò un set completo fatto così...

Stay tuned...

venerdì, febbraio 02, 2007

Quando un microfono non collabora..

Che fare quando ti accorgi che il tuo baldo microfono della grancassa, gioiellino da 200 e rotti euro, non funziona più a dovere, emettendo dei semplici "pac..pac.." al posto di un suono di grancassa?
La risposta più semplice, ovviamente è "comprane uno nuovo.." ma al momento non dispongo delle necessarie risorse economiche...

Allora mi è venuto in mente di provare a creare un clone del tanto rinomato subkick yamaha.. capace di esaltare le tonalità più basse del simpatico tamburone..

Dunque.. suddetto microfono in pratica si compone di un comune altoparlante inscatolato in un simil-tamburo e posto davanti all'apertura della grancassa..

Guardandomi in giro, ho trovato in casa un altoparlante da macchina da 16 cm, un rotolo di legno da impiallacciatura e un pannello in legno di un mobile che mi era avanzato nel montaggio..


Per prima cosa con il legno da impiallacciatura ho creato un cilindro del diametro di 10 pollici, in modo da ricreare il simil-tamburo, a cui poi applicare la pelle mesh parapolvere..






Dal pannello di legno del mobile ho poi ricavato due cerchi da usare
come tappi per per il tamburo e su cui poi fissare le meccaniche..







Ho poi forato uno dei cerchi per poi inserirci l'altoparlante...










Terminato il taglio dei materiali, ho assemblato il tamburo,
fissando tutto con colla a caldo.

Già che c'ero ho dato una mano di vernice nera al legno, giusto per creare una base su cui poi applicare la carta-mucca (ormai è una fissazione.. ehehe)






A vernice secca ho poi inserito il connettore per il cavo sul retro a fissato l'altoparlante...

A questo punto il prototipo è completo.. nei prossimi giorni eseguirò qualche test e se l'aggeggio si rivelerà utilizzabile, provvederò alla finitura estetica...



Da un primo ascolto già la differenza è notevole rispetto a prima.. certo, ora devo usare 2 microfoni per riprendere la grancassa, ma riesco in un attimo a creare un suono buono per qualsiasi genere.. dal metal al jazz...

evviva il riciclo!

stay tuned!